Basta aumentare le tasse perché non si vogliono affrontare i problemi. E soprattutto basta aumentare l’IVA solo perché è la decisione politica più semplice da prendere.
I sistemi previdenziali sono in crisi in tutto il mondo. Non è certo una scoperta di oggi che l’AVS e il II pilastro necessitano di essere curati. Ma la cura non può essere una minestra riscaldata. Ci vuole serietà e anche coraggio.
Sapete quale è il problema? Viviamo troppo a lungo, studiamo troppo e moriamo in pochi. Se a questo aggiungiamo che facciamo meno bambini, che mancano investimenti sicuri e redditizi e che ci sono tassi di interesse bassi mai visti prima, abbiamo elencato le ragioni per cui i nostri sistemi pensionistici sono in crisi. Ma la crisi dipende dal fatto che la loro struttura è stata pensata per una società di 70 anni fa. E quindi il problema del finanziamento dell’AVS e del II pilastro può essere risolto solo con una riforma globale. Purtroppo la nostra classe politica non pare avere coraggio e cerca di farci mangiare il minestrone una verdura alla volta anziché tutto insieme. Mi spiego meglio.
Nel 2017 il popolo svizzero ha bocciato la riforma 2020. Questa prevedeva l’aumento dell’età di pensionamento delle donne a 65 anni, l’aumento dell’IVA di 0.3 punti percentuali, la riduzione del tasso di conversione dal 6.8% al 6%, l’aumento dei contributi sociali dello 0.3% e l’aumento della partecipazione della Confederazione. Come vi dicevo prima un bel minestrone di misure. Il popolo ha detto no. E che cosa ha deciso di fare la nostra classe politica? Ha deciso di presentarci le verdure non più nel minestrone ma una alla volta. Non mi credete? Seguitemi.
Nel 2019 il popolo ha accettato la “Riforma fiscale e finanziamento dell’AVS” più famosa come RFFA accettando di aumentare i contributi sociali e di aumentare la partecipazione della Confederazione all’AVS. La riduzione del tasso di conversione è oggetto della riforma del II pilastro, mentre l’aumento dell’età di pensionamento delle donne e l’aumento dell’IVA è in discussione in Parlamento in questi giorni. Dell’aumento dell’età di pensionamento femminile l’opinione pubblica se ne sta già occupando.
Quello che veramente mi lascia perplessa è che nessuno abbia detto no all’aumento dell’IVA. Certo è facile da un punto di vista burocratico ritoccare al rialzo la percentuale dell’Imposta sul valore aggiunto. E forse è facile anche farla digerire ai cittadini se si dice che dopotutto in Italia è al 22% o in Germania al 19%. Ma attenzioni, signori, c’è una ragione ben precisa perché da noi l’IVA è solo al 7.7%.
La Svizzera a differenza delle altre nazioni europee ha deciso di incassare la fetta più importante delle sue entrate fiscali con la tassazione diretta della potenzialità delle persone e delle aziende. Anche se può apparire un po’ difficile da capire, questo sistema fiscale se ben modulato è la più grande garanzia di equità. Cosa che non avviene quando tassiamo attraverso le imposte indirette sul consumo, sulla spesa o sul possesso. Per farla semplice, quando compilerete tra qualche giorno la dichiarazione delle imposte, lo Stato vi tasserà in funzione delle vostre capacità. Quando invece andate a fare la spesa o a bere un caffè o a comperare un’automobile, pagate esattamente la stessa tassa di una persona milionaria. Insomma, se ci riflettiamo qualcosa non torna.
Ma non contenti i nostri politici qualche mese fa hanno pure pensato di prendere una parte della tassa sul CO2 (di cui abbiamo già parlato) e metterla nell’AVS. Ancora una volta saranno i meno benestanti a pagare la mancanza di coraggio della nostra classe politica che forse dovrebbe cercare soluzioni serie a problemi che così affrontati rimarranno sul tavolo per decenni.

Ciao Amalia, interessante il tuo commento sull’AVS. Io penso che sia invece una buona soluzione. Tu, alla fine, citi i “milionari”. Vero, ma sappiamo che la maggior parte della popolazione non è milionaria, ma è la classe media alla quale un aumento dell’IVA pesa, sì, ma non in modo catastrofico. Tra le righe credo di intuire che tu voglia parlare del principio di solidarietà. Chi guadagna di più, paghi di più. Ti seguo su questo ragionamento girandolo in termini AVS. Chi guadagna di più, deve ricevere di più dall’AVS? Sappiamo che non è così. L’aliquota massima è massima. Punto. Quindi credo che la solidarietà tra chi guadagna di più e chi di meno sia già ben espressa nella ridistribuzione della ricchezza. Perlomeno in questo caso. Un caro saluto. Marzio
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Caro Marzio, in realtà non volevo parlare di solidarietà, anche perché lo strumento a disposizione per questo è già quello delle imposte dirette senza ricorre a quelle indirette che sono estremamente inique. In aggiunta il I pilastro è già fortemente solidale. Personalmente ritengo che aggiustare ogni volta le tasse non sia una soluzione efficace, efficiente ed equa (e neppure duratura) nel caso dei problemi previdenziali. Come non lo è nei casi legati all’ambiente. E il resto del mondo ci sta dando grandi lezioni di quali siano gli strumenti moderni per ottenere risultati. I problemi dei sistemi previdenziali devono essere risolti con coraggio e con riforme magari difficili da portare avanti, ma che non siano l’ennesimo cerotti. Grazie mille della tua considerazione, un caro saluto, Amalia
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