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Il Prodotto interno lordo è cresciuto, anche se la SECO ha sbagliato…

La statistica ha sbagliato. Sì avete letto bene, la statistica ha sbagliato. Forse vi ricorderete che già nel mese di marzo del 2021 l’Ufficio federale di statistica aveva comunicato di aver commesso un errore piuttosto importante in relazione al numero di posti di lavoro persi nel Canton Ticino. Questa settimana è la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) che dice che a causa di un problema tecnico sono stati pubblicati dei dati sbagliati in merito al valore aggiunto creato dal settore arte, intrattenimento e attività ricreative. Questo errore ha avuto un impatto anche sui dati relativi alla crescita del prodotto interno lordo (PIL) sia nel quarto trimestre del 2021 che nel primo trimestre del 2022.
Non entriamo qui nei tecnicismi e vogliamo rassicurare tutti. Le cose sono andate bene, anche se un po’ meno bene di quanto la SECO aveva annunciato in precedenza.
Ma vediamo nel dettaglio che cosa dicono questi dati che si riferiscono al secondo trimestre del 2022, quindi al periodo che va da aprile a giugno. Con l’interruzione delle misure di protezione contro il Covid evidentemente il settore del turismo ha registrato un importante aumento. Sia l’industria alberghiera e della ristorazione sia il settore dell’arte, dell’intrattenimento e delle attività ricreative hanno mostrato una crescita importante rispetto all’anno precedente. Anche se i dati sono stati positivi, purtroppo però non si è ancora raggiunto il livello di attività pre-crisi. Si parla nel caso del settore alberghiero e della ristorazione di un valore aggiunto inferiore di circa il 10% rispetto alla situazione pre-covid e addirittura del 13% per il settore dell’intrattenimento.
Per quanto concerne la spesa fare i paragoni rispetto al trimestre dell’anno precedente non ci dice granché poiché eravamo ancora in un periodo di emergenza sanitaria. Vediamo invece che i consumi privati quindi quelli delle famiglie sono aumentati rispetto ai tre mesi precedenti (+1.4%). Anche gli investimenti in beni di equipaggiamento (per esempio i macchinari) hanno mostrato una crescita del 2.6%; questo significa che gli imprenditori si aspettavano dati positivi per i mesi a seguire. Cosa che oggi, con la maledetta guerra ancora in corso e la forte pressione sui prezzi energetici, non possiamo più sostenere. Altro dato da monitorare con particolare attenzione è stato il calo delle esportazioni di beni che avevamo già messo in evidenza in altri articoli. Stabile è risultata la spesa delle amministrazioni pubbliche, mentre in leggera riduzione sono stati gli investimenti in costruzioni il linea con il trend negativo dell’edilizia.
Tutto questo ha portato il prodotto interno lordo del secondo trimestre del 2022 a crescere dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti. Attendiamo ora le previsioni per i prossimi mesi, anche se i segnali che abbiamo in termini di inflazione, aumento dei tassi di interesse, riduzione del potere d’acquisto, Incertezza sul fronte energetico e quindi produttivo, non ci lasciano dormire sonni tranquilli.

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Vacanze tra piadine e Merlot

Basta un giorno di pioggia per ricordarci quanto amiamo il sole e quanto il nostro turismo necessiti del bel tempo.
Anche se quest’anno abbiamo dovuto convivere con alcune limitazioni, in Svizzera nei primi sei mesi dell’anno sono stati registrati quasi 11.4 milioni di pernottamenti nel settore alberghiero. Non abbiamo ancora raggiunto i livelli pre-crisi (12 milioni di pernottamenti), ma siamo già in ripresa rispetto al 2020 (meno di 10 milioni). A questi dobbiamo aggiungere più di 3.8 milioni di pernottamenti nelle case di vacanze (non troppo distanti dal 2019), 2 milioni nei campeggi (quasi raddoppiati rispetto al 2019) e 800 mila negli alloggi collettivi (questi in evidente calo, date le normative). Certo è cambiata la composizione dei nostri turisti: una volta la parte del leone la facevano gli ospiti stranieri; oggi, la pandemia ha fatto riscoprire agli svizzeri il piacere di trascorrere le ferie in casa. E molti di loro sono stati proprio nel nostro cantone e da un ultimo sondaggio ci hanno attribuito la medaglia per la simpatia. Siamo ben contenti di questo riconoscimento, anche perché il settore turistico contribuisce in maniera importante al nostro Prodotto interno lordo (qualche anno fa il suo contributo è stato stimato al 10%).
Conosciamo i limiti strutturali e spesso anche dell’offerta turistica nel nostro Cantone, e a maggior ragione quindi siamo ben consapevoli dell’importanza di persone qualificate e competenti.
E proprio le persone rappresentano una delle maggiori ricchezze della Riviera Romagnola dove
ho trascorso qualche giorno di vacanza. Anche qui, oltre al sole, al buon cibo e al mare, ho potuto fare quattro chiacchiere con i commercianti locali. E anche qui, le dinamiche non sono diverse dal nostro cantone.
Piccoli artigiani locali si alternano a negozi di souvenir da vacanza, con una cosa che però li accomuna: l’accoglienza e la voglia di far sentire il turista uno di casa. E così vi potete ritrovare a mangiare una meravigliosa piadina chiedendo di farcirla con prosciutto crudo, squacquerone e pomodori secchi e questo accompagnato dal sorriso del cuoco che vi dice “abbinamento interessante…” O ancora un commerciante di origine africana vi spiega che dopo tutto gli affari sono andati abbastanza bene, ma che pesa sicuramente l’assenza dei turisti russi e inglesi: “a loro sì che piace la roba italiana, di solito si comprano di tutto, persino le valigie. Gli italiani ci sono, ma possono spendere meno”.
E che dire del signore in età avanzata che da 12 anni d’estate si è inventato la professione di ricamare i nomi sui tessuti? Quando gli porto il mio cappello fucsia ci mettiamo un po’a scegliere insieme il colore giusto del cotone. Poi prendendosi tutto il tempo necessario cerca nel suo telefono la fotografia che gli ha inviato una cliente a cui ha ricamato 13 cappelli per una festa tra amiche. Orgoglioso mi racconta che per farlo ha rotto ben quattro aghi, ma visto il risultato ne valeva proprio la pena.
Ed effettivamente ne vale proprio la pena. Vale la pena di spendere qualche minuto a raccontare ai turisti la vita vera, affinché possano portarsi a casa ben di più di un souvenir.
E ora, rieccomi di nuovo sulla via del ritorno. Per ricominciare ad ascoltare le storie degli artigiani, dei commercianti e degli operatori del settore turistico del nostro bel Cantone!

La versione audio: Vacanze tra piadine e Merlot
Piadina romagnola

La Posta si “risposta” e torna a portare la Posta

Gli impatti economici della crisi del Covid-19 iniziano oggi a essere un po’ più chiari. Quasi a prenderci in giro questa crisi pandemica ha rimescolato le carte in tavola. Proviamo a fare un gioco: immaginate di essere stati i membri dei consigli di amministrazione di aziende pubbliche o private prima del mese di marzo del 2020. Oggi probabilmente vi trovereste nella situazione paradossale di essere stati o troppo innovatori o poco innovatori. Spieghiamoci meglio. Pensate al caso della Posta svizzera. Nel 2020 a causa delle misure di confinamento e di consumi on-line mai visti prima la Posta ha consegnato quasi 183 milioni di pacchi, record assoluto negli oltre 170 anni di storia. Per capirci se consideriamo 220 giorni di lavoro si tratta di oltre 830 mila pacchi al giorno. Una crescita così ha obbligato l’azienda in poche settimane a rivedere completamente una strategia portata avanti da decenni e concentrata sulle attività ritenute, fino a un anno fa, più redditizie, come quelle finanziarie. E invece, inversione di rotta: impennata di assunzioni e milioni di franchi di investimenti nell’infrastruttura per la consegna pacchi.
Una riflessione simile può essere fatta per il commercio al dettaglio e le vendite on-line. Non neghiamo che fino allo scorso mese di marzo per molti grandi magazzini la tentazione di smantellare l’offerta legata alla vendita on-line è stata molto grande. Certo, negli ultimi anni il settore aveva registrato una crescita, ma era legata principalmente agli acquisti fatti all’estero e specializzati. Nessuno avrebbe immaginato che le vendite dei generi non alimentari sarebbero avvenute solo grazie ai canali di distribuzione via etere. E non tutti in Svizzera avevano avuto la perseveranza di investire in questo settore. Vi ricordate quanto tempo hanno impiegato alcuni commerci a offrire il catalogo dei prodotti on-line? Certo, per i piccoli artigiani e le piccole imprese poter investire risorse in questo campo in un momento di difficoltà non è stato semplice e non lo è nemmeno ora. E in questo caso lo Stato avrebbe potuto sicuramente aiutare di più.
Ma il problema concerne anche i beni e i servizi che per loro definizione sono consumati di persona. Pensate a come eravamo prima di un anno fa: tutti pronti a prendere un aereo con un bagaglio a mano per andare a vedere un concerto in una città europea e rientrare in 36 ore. Tutte le strategie di crescita delle aziende legate al turismo, agli spostamenti e agli eventi partivano dall’ipotesi inconfutabile della massima mobilità. Molte compagnie aeree per sopravvivere alla crescente concorrenza nel settore avevano creato sinergie con le agenzie di viaggio, con i complessi alberghieri e con gli organizzatori di eventi per ampliare i pacchetti vacanze. Tutto ad un tratto il nulla. E ancora oggi, per tutto il settore a livello mondiale regna un’incertezza che impedisce di trovare strategie aziendali efficaci e con un orizzonte di medio periodo. Alcuni hanno tentato la riconversione sul traffico delle merci, ma anche in questo caso, i dubbi rimangono tanti.
Al contrario i confinamenti e il ricorso al telelavoro sono stati estremamente positivi per le aziende legate ai prodotti informatici che negli ultimi anni mostravano un certo stallo; in questo caso la crisi è stato un toccasana.
Che dire quindi? In alcuni casi la crisi ha riportato le aziende indietro sui loro passi, in altri l’aver anticipato nuovi sentieri ha invece consentito di seguirli nell’immediato.
Come spesso accade in economia, non troviamo un’unica strada vincente, anche perché se no saremmo tutti imprenditori di successo.

La versione audio: La Posta si “risposta” e torna a fare la Posta
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