Quanto vale fare la mamma o il papà?

C’è differenza tra lavoro remunerato e lavoro non remunerato? Sicuramente in apparenza sì: le prime attività sono retribuite, mentre nel secondo caso non si guadagna un reddito. Dove non troviamo differenza è nella loro importanza.

La statistica appena pubblicata dall’ufficio federale quantifica le ore di lavoro non remunerato e il loro valore. Se nel 2020 abbiamo lavorato in Svizzera per 7.6 miliardi di ore retribuite, quelle non retribuite sono state 9.8 miliardi, che significa circa 1’350 ore a persona in un anno. Guardando alla composizione in termini di genere emerge che il 60.5% del lavoro non retribuito è svolto dalle donne; percentuale che si capovolge (61.4%) in favore degli uomini quando si guarda a quello remunerato.

Ma che cosa facciamo in tutte queste ore di lavoro non pagate? La maggior parte del tempo, circa il 73%, la dedichiamo ai lavori domestici, mentre il 20% circa è destinato a lavori di assistenza a bambini e adulti della propria economia domestica. L’8% del tempo invece va ad attività di volontariato.

Così scopriamo che trascorriamo la maggior parte del nostro tempo a cucinare, fare le pulizie, giocare con i nostri bambini e lavare i piatti. Fare il bucato e stirare ci occupa per oltre 500 milioni di ore all’anno.  

Ma come fa la statistica a valutare il valore monetario di questo lavoro non retribuito? Semplice, si moltiplicano le ore effettuate per il valore medio sul mercato del lavoro. Concretamente ci si domanda quanto costerebbe assumere una persona per fare quella medesima prestazione.

Allora scopriamo che fare i lavori domestici costerebbe quasi 320 milioni di franchi, preparare i pasti 96, curare gli animali domestici, le piante e il giardino quasi 40. E che dire del fatto che dovremmo pagare oltre 63 milioni di franchi per occuparci dei nostri bambini giocando con loro, facendogli fare i compiti o accompagnandoli nelle loro attività? Senza considerare i 17 milioni per dargli da mangiare, lavarli e metterli a letto. Il volontariato da parte sua costerebbe oltre 33 milioni di franchi. Il totale del valore delle nostre attività non remunerate è di quindi 434 milioni di franchi.

Permettetemi però una considerazione da economista controcorrente. Rimango fermamente convinta che ci sono attività che hanno un valore, ma che non hanno un prezzo. E sono proprio quelle attività che fortunatamente, e sottolineo fortunatamente, non passano attraverso il mercato. Il lavoro di un’educatrice o di un educatore che si occupa dei nostri bambini per quanto professionale e amorevole sia, non sarà mai la stessa attività di chi la pratica gratuitamente. In economia questi beni si chiamano beni relazionali, e per quanto il mercato cerchi di creare dei facsimile, la natura stessa e l’essenza legata alla loro gratuità, impediranno di poterli ricreare e venderli ad un prezzo qualunque.

La versione audio: Quanto vale fare la mamma o il papà?

Quanto “vale” fare la mamma e il papà?

Franca, una lettrice del nostro blog che ringrazio, ha chiesto di trattare il valore economico del lavoro non remunerato. I lavori domestici, i lavori di accudimento dei bambini e di cura di persone bisognose e il volontariato sono tutte attività molto importanti nelle nostre società e che hanno un grande valore. Questo valore però non rientra nel calcolo del Prodotto Interno Lordo. Non perché non lo si voglia includere, semplicemente perché questo indicatore comprende tutti i beni e i servizi che passano attraverso uno scambio di mercato, quindi che hanno un prezzo.
Ciò che però non bisogna pensare è che non avere un prezzo significhi non avere un valore, anzi. La natura di queste attività si esprime nella gratuità che fonda la relazione tra gli individui che si scambiano questi beni; beni e non merci. Il papà che prepara il pranzo per i figli, la mamma che fa le faccende domestiche, il vicino che si offre per tagliare l’erba del nostro giardino, la studentessa che allena la squadra di pallavolo o il nipote che fa la spesa ai nonni sono attività senza prezzo ma con grande valore. Attenzione però. Se li retribuite, questi beni relazionali smettono di esistere e diventano merci acquistabili sul mercato. E allora sì che li mettiamo nel Prodotto Interno Lordo. Ma pensiamoci bene: se pagaste il pranzo che vi cucinano i vostri genitori, avrebbe lo stesso sapore?
Detto questo proprio perché queste attività possono anche essere comperate, è importante calcolarne il valore economico. L’ultimo dato in Svizzera risale al 2016. Le ore di lavoro retribuite (7.9 miliardi) sono meno di quelle di lavoro non retribuito: ben 9.2 miliardi di ore, ossia 1’320 ore per persona. È come se ognuno di noi avesse svolto attività gratuite per 55 giorni. Il 77% del tempo è stato dedicato ai lavori domestici, il 16% all’accudimento e alla cura e il 7% al volontariato.
Il valore monetario del lavoro non retribuito è stato di ben 408 miliardi di franchi (basta applicare i prezzi delle attività simili). Se paragonato al PIL di allora, 688 miliardi, ne capiamo l’importanza.
Ma questi dati ci dicono anche come cambia la società. Già allora preparare i pasti, pulire e fare il bucato erano compiti principalmente femminili. Più equilibrate erano le attività legate alla cura dei bambini. E oggi, è cambiato qualcosa? I dati appena pubblicati dicono che il tempo impiegato dagli uomini per i lavori domestici e famigliari (19.1 ore a settimana), seppur inferiore a quello delle donne (28.7 ore), è in aumento costante dal 2010.
Le differenze però aumentano nel caso in cui ci siano figli con meno di 15 anni. Anche se il lavoro domestico dei padri è aumentato di 5.2 ore settimanali negli ultimi dieci anni e quello delle madri di “solo” di 1.2 ore, è la composizione che cambia. Le mamme lavorano per quasi 70 ore a settimana; di queste il 75% sono lavori domestici e famigliari e solo il 23% lavoro professionale. Al contrario i papà lavorano un pochino meno, circa 68 ore, ma di queste il 52% sono retribuite e solo il 46% è dedicato ai lavori domestici.
Qualcosa però sta cambiando: in 10 anni il tempo dedicato all’attività professione delle donne è aumentato di quasi 3 ore, mentre quello degli uomini è diminuito di più di 4 ore. Certo sono piccoli passi, ma prendiamo atto. Piano, piano qualcosa si muove.

La versione audio: Quanto “vale” fare la mamma e il papà?