Speriamo che Natale arrivi in fretta…

La Banca centrale europea ha deciso di ridurre di altri 25 punti base il tasso di interesse di riferimento. È la terza volta negli ultimi quattro mesi che l’istituzione bancaria europea prende questa decisione. Anche questa volta la manovra era ampiamente attesa e così non c’è stata nessuna sorpresa quando è stato dato l’annuncio della riduzione del tasso al 3.25%. Questo è il tasso che la Banca centrale europea paga sui depositi delle banche secondarie.

A differenza delle ultime conferenze stampa, questa volta però la presidente Christine Lagarde è stata piuttosto cauta rispetto alle decisioni che saranno prese nei prossimi mesi. Nelle sue dichiarazioni ha affermato che la BCE si aspetta nei prossimi mesi un leggero aumento dell’inflazione che però diminuirà per raggiungere l’obiettivo del 2% nel corso dell’anno prossimo. Per quanto riguarda l’efficacia della politica monetaria restrittiva attuata nell’ultimo anno, la presidente non ha dubbi: le scelte sono state ottime.

Qualche dubbio in più lo abbiamo noi, non tanto sull’efficacia della politica restrittiva, quanto piuttosto sul fatto che la diminuzione dei prezzi a cui stiamo assistendo sia in parte anche causata da un rallentamento congiunturale che potrebbe diventare preoccupante nei prossimi mesi. 

In effetti, una gran parte delle economie avanzate ha rivisto al ribasso le previsioni sull’andamento del prodotto interno lordo per quest’anno e anche parzialmente per l’anno prossimo. I segnali di un rallentamento dei consumi delle famiglie ci sono, nonostante la discesa dei prezzi dovrebbe al contrario favorirli. Le aziende, in risposta a questo andamento dei mercati, iniziano a tirare il freno sugli investimenti produttivi, causando a loro volta una riduzione della domanda. D’altra parte, è chiaro che, anche in caso di recessione, l’intervento dello Stato non potrà essere molto incisivo. Il livello del debito pubblico globale inizia a spaventare. Anche le istituzioni internazionali hanno messo in guardia dai disordini mondiali a cui si potrebbe andare incontro nel caso in cui la situazione sfuggisse di mano.

Non vogliamo di certo essere pessimisti, e ci mancherebbe! Tuttavia, non possiamo non pensare che se l’entusiasmo del Natale arrivasse un pochino prima quest’anno, forse anche l’economia potrebbe tirare un sospiro di sollievo.

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