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Quando la debolezza degli Stati causa problemi alle aziende

Il peggior nemico per chi fa impresa è senza dubbio l’incertezza. E se è vero che fortunatamente il periodo di grande inflazione sembra essere passato, lo stesso non possiamo dire per gli altri fattori che impattano sulle aspettative degli imprenditori e su quelle dei consumatori. Tra questi, i conflitti e le tensioni geopolitiche che, anziché ridursi, aumentano. Un anno fa non avremmo mai immaginato la situazione creatasi in Medio Oriente, eppure ora è una triste realtà.

Ma non possiamo attribuire l’incertezza economica esclusivamente a fattori che sono al di fuori del nostro controllo, come le guerre. Pensiamo, per esempio, al ruolo fondamentale che giocano le decisioni politiche nell’influenzare i mercati e nel dirigere i sistemi economici verso la crescita o la crisi. Qualche anno fa sull’onda dell’euforia dei movimenti legati al cambiamento climatico, la maggioranza degli Stati europei ha deciso di accelerare la transizione energetica, spingendo da una parte i consumatori a modificare le loro abitudini attraverso incentivi e, dall’altra, obbligando i produttori, attraverso una serie di leggi, a cambiare i loro processi produttivi. Ma il mercato non è così facile da amministrare e una volta finite le misure di “doping”, torna al suo equilibrio.

Purtroppo, quindi, spesso la realtà non va nella direzione dei nostri desideri. E così, a distanza di qualche anno troviamo nazioni che erano le locomotive europee e che trascinavano la crescita del vecchio continente che arrancano faticosamente. Il caso della Germania è un esempio eclatante. Prima la decisione di bloccare l’approvvigionamento di gas russo e poi il crollo del mercato delle automobili elettriche hanno messo in ginocchio il Paese. Se è vero che l’Unione Europea non ha alcuna responsabilità per l’invasione russa, ha invece molte responsabilità per le scelte riguardanti le sanzioni applicate come pure per le decisioni di vietare la vendita di automobili a combustibile fossile a partire dal 2035. Entrambi i provvedimenti hanno avuto un impatto determinante sulla crisi tedesca.

Oggi, le imprese, soprattutto le multinazionali, sembrano aver imparato la lezione e dubitano della capacità degli Stati di garantire la stabilità e la sicurezza di cui necessitano. Questo spiega le recenti decisioni di colossi come Google, Amazon e Microsoft di bypassare i governi in materia di approvvigionamento energetico. Le loro soluzioni sono chiare: progettano e costruiscono impianti privati, spesso legati all’energia nucleare. Questa è la loro risposta all’incapacità dei governi di fornire un approvvigionamento energetico sicuro ed economico. Pur comprendendo le ragioni delle aziende, è impossibile non essere preoccupati. In un mondo che corre a velocità vertiginose, come dimostrano i progressi nell’intelligenza artificiale, i governi sembrano incapaci di stare al passo. Non riescono più a dominare quei settori strategici che sono vitali per la sicurezza, la prosperità e la sovranità di una nazione. Questo ritardo rischia di lasciare il destino degli Stati nelle mani di attori privati, mettendo in discussione il loro ruolo fondamentale, non solo per i cittadini, ma anche per la maggior parte delle aziende, che non hanno la capacità di agire come le multinazionali.

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Pubblicato nella rivista INFOpmi – gold Edition 2024