Il Monopoly del settore bancario italiano

Il settore bancario italiano è in piena trasformazione. Qualche settimana fa, il Monte dei Paschi di Siena (MPS) ha annunciato l’intenzione di acquisire il controllo di Mediobanca per creare un nuovo gruppo, che diventerebbe il terzo polo bancario italiano dopo Intesa Sanpaolo e UniCredit. L’operazione avverrebbe tramite un’offerta pubblica di scambio (Ops) del valore di 13,3 miliardi di euro (circa 12,7 miliardi CHF). Agli azionisti di Mediobanca sono state offerte 2,3 azioni del nuovo istituto di credito per ogni azione posseduta.
Questo tipo di operazione prevede solitamente un premio rispetto al valore di mercato delle azioni coinvolte: in questo caso, il guadagno è stato stimato intorno al 5% rispetto al valore di Borsa di Mediobanca. Se si guarda alla capitalizzazione di mercato – un indicatore chiave del valore economico e della solidità di una banca – il nuovo gruppo avrebbe una capitalizzazione di circa 19 miliardi di euro, posizionandosi al terzo posto in Italia dopo Intesa Sanpaolo (70 miliardi) e UniCredit (61 miliardi). Al quarto posto si troverebbe FinecoBank, con una capitalizzazione di circa 9 miliardi di euro. Se non fosse che…
Proprio in queste ore, Bper Banca (ex Banca Popolare dell’Emilia-Romagna) ha lanciato un’offerta pubblica di scambio per acquisire almeno il 50% +1 azione della Banca Popolare di Sondrio, diventandone così l’azionista di controllo. L’operazione vale circa 4,3 miliardi di euro, e prevede lo scambio di 1,45 azioni di Bper per ogni titolo della Popolare di Sondrio.
L’amministratore delegato di Bper ha motivato l’offerta con la necessità di rispondere ai cambiamenti del mercato e proteggere il proprio gruppo bancario. L’acquisizione porterebbe alla nascita di un nuovo gruppo con una capitalizzazione di circa 10 miliardi di euro. Un dettaglio significativo è che il principale azionista di entrambe le banche con una quota del 20% è Unipol, uno tra i maggiori gruppi assicurativi italiani.
Anche nel caso dell’ offerta pubblica di scambio lanciata da MPS su Mediobanca il legame con il settore assicurativo è evidente: Generali detiene circa il 47% della capitalizzazione di Mediobanca. Infine, da segnalare che il cosiddetto “risiko bancario” non riguarda solo l’Italia, ma coinvolge anche istituti internazionali come Crédit Agricole e Commerzbank.
E in Svizzera? Per il momento, il settore bancario svizzero appare relativamente stabile, anche se di recente abbiamo assistito alla fine di Credit Suisse e alla nascita di una UBS ancora più grande. Tuttavia, è improbabile che il nostro mercato resti immune dalle dinamiche di concentrazione che stanno caratterizzando il comparto bancario e assicurativo a livello internazionale.
Nel frattempo, speriamo che queste trasformazioni non ricadano sui collaboratori. Purtroppo, la recente ondata di licenziamenti annunciati da Julius Baer ci ricorda che spesso sono i dipendenti a pagare il prezzo delle grandi operazioni finanziarie. A loro e alle loro famiglie va la nostra massima solidarietà.

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