L’effetto Trump sull’economia

Le elezioni americane hanno (finalmente) dato un nome al presidente della più grande potenza mondiale: Donald Trump. Dal punto di vista economico sono tante le reazioni immediate di cui possiamo parlare, come molte saranno quelle in futuro. Senza dimenticare, che per quanto siano state oggetto di un’attenzione mediatica senza precedenti, queste elezioni rimangono “solo” uno dei tanti fatti che influenzano l’economia e in questo caso forse anche in maniera “solo” temporanea. Ma andiamo con ordine.
Mercoledì arrivato il risultato della presidenza, il dollaro si era rafforzato molto nei confronti di quasi tutte le principali valute, franco svizzero incluso. Ma la crescita si è arrestata abbastanza in fretta e non a causa delle elezioni, bensì in seguito alla decisione della Fed, la Federal Reserve, di ridurre i tassi di interesse di 0.25 punti percentuali, portandoli in una forchetta tra il 4.50 e il 4.75%. Lo stesso sta accadendo sui mercati borsistici europei che sembrano aver reagito negativamente non tanto alla riduzione del tasso di interesse, quanto piuttosto alle parole del Presidente Jerome Powell che sembra essere diventato più prudente rispetto a un ulteriore taglio dei tassi nel mese di dicembre. Sempre in ambito di banche centrali, ciò che dovrebbe rassicurare è la dichiarazione dello stesso Powell che non ha intenzione di dimettersi nemmeno nel caso in cui fosse lo stesso presidente americano a chiederglielo. Ricordiamo che l’indipendenza delle banche centrali dalla politica é una delle condizioni essenziali per il successo economico di una nazione.
Tornando agli effetti relativi all’elezione di Donald Trump, segnaliamo anche la crescita esorbitante del valore dei Bitcoin che ha superato il massimo storico, arrivando a toccare gli oltre 75 mila dollari. In generale, questa progressione è stata registrata da tutte le criptovalute. Ciò è avvenuto perché Trump durante la campagna elettorale ha mostrato il suo entusiasmo e appoggio alle criptovalute ritenendole un’attività su cui gli Stati Uniti dovrebbero puntare.
Infine, segnaliamo l’importante ascesa del valore delle azioni della Tesla, il cui patron Elon Musk è stato tra i più grandi sostenitori della campagna del neopresidente. Il prezzo è oggi attorno ai 312 $ (272 CHF) per azione, lontano dai 407 $ (355 CHF) del novembre del 2021, ma decisamente di gran lunga superiore ai 242 $ (211 CHF)del 4 novembre, giorno prima delle elezioni americane.
Ma Musk, non è l’unico ricco ad aver guadagnato delle elezioni di Trump. Secondo il Bloomberg Billionaires Index, dieci tra i più ricchi uomini statunitensi hanno guadagnato 64 miliardi di dollari (56 miliardi CHF)e questo grazie alle possibilità che le promesse di deregolamentazione e riduzione delle tasse da Trump possano diventare realtà. Tra questi, oltre a Musk, troviamo Jeff Bezos (proprietario di Amazon del Washington Post), Larry Ellison (presidente di Oracle) e Bill Gates (fondatore di Microsoft).
Da economisti non demonizziamo i guadagni per i ricchi, speriamo solo che anche i poveri possano trarre giovamento da questa elezione. E per quanto riguarda misure di protezionismo, guerra commerciale, riduzione delle imposte,… aspettiamo i fatti prima di fasciarci la testa.

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